Con questa lettera aperta intendiamo inserirci nel dibattito in atto da svariati giorni, sia sui mezzi d’informazione sia fra le forze politiche, circa il ruolo ed il coinvolgimento della Protezione Civile nello scandalo dei grandi appalti.
Senza entrare, per il momento, nella discussione su colpe ed eventuali responsabilità dei nostri dirigenti, il cui giudizio spetta alla Magistratura, vogliamo affrontare un problema che a nostro parere è stato eluso sia dai mezzi d’informazione che dalle forze politiche e, cosa ancor più grave, all’interno della stessa Protezione Civile. Ci riferiamo al ruolo del Volontariato che, espresso in forme diverse di mansioni, di associazionismo e finalità, è stato determinante fino ad oggi per raggiungere quei risultati di pronto intervento ed efficienza che permettono alla Protezione Civile italiana di essere additata nel mondo quale uno dei massimi esempi di competenza, professionalità ed abnegazione a cui fare riferimento.
Purtroppo questo aspetto non è stato evidenziato. Ci si è scontrati su trasformazioni in SPA, su grandi eventi, grandi lavori ecc., senza chiedersi minimamente come i volontari (che operano gratuitamente) possono recepire, giustificare ed eventualmente accettare simili impostazioni ed imposizioni. Si è parlato e si parla di persone, di fatti disdicevoli e a volte disgustosi, ma nessuno ha accennato su come il Volontariato ha recepito, rigettato o accettato tali situazioni; in altre parole il volontariato, quale massa di persone, è come se non esistesse, non capendo che lo stesso è il braccio operativo della protezione civile italiana, senza il quale tutti i discorsi sarebbero vacui se non addirittura inutili. Con troppa indifferenza ci si è “dimenticati” che i volontari prestano senza alcun compenso il proprio impegno affrontando a volte spese dirette che neppure vengono rimborsate, che i volontari portano, oltre alle specifiche competenze, il loro impegno di tempo, fatica e disagio personale e familiare unicamente mossi, al di là d’ideologie politiche religiose o territoriali, da un unico ideale comune la solidarietà verso le persone e il territorio. In altre parole la difesa civile del nostro Paese.
Come volontari ci piacerebbe sapere come di fronte ad un’ipotetica ed eventuale trasformazione in SPA (società dedita per legge al conseguimento di un profitto) possa conciliarsi il ruolo del volontario. Forse come lavoratore atipico o coatto?
Ci piacerebbe sapere come possa inoltre conciliarsi il ruolo del volontario nei confronti dei cosiddetti grandi eventi quali ad esempio l’elezione di Miss Italia, una regata, la beatificazione di un santo, ecc. Queste sono le finalità a cui aspiriamo?
Forse nessuno ha preso in considerazione che i volontari potrebbero dire no, che potrebbero mettere in discussione il proprio ruolo e decidere di demandare ad altri tali impegni e dedicare il proprio tempo e le proprie risorse verso altri canali d’azione. Qualora dovesse avverarsi una tale eventualità chi opererebbe in prima persona sul territorio? Politici? Quadri? Stipendiati?
Queste sono le riflessioni che a parer nostro devono essere discusse, questi sono i nodi da sciogliere, onde evitare incomprensioni e malumori che iniziano a serpeggiare.
Per quanto riguarda il “capo”, pur riconoscendone i meriti, una sola riflessione: la Protezione Civile esisteva e funzionava bene anche prima del suo avvento e sicuramente continuerà a funzionare anche qualora lo stesso dovesse allontanarsene per qualsiasi motivo; non esiste e non è mai esistita al mondo persona talmente indispensabile da essere additata quale l’uomo dei miracoli. Questo vale per tutti! Qualsiasi struttura è funzionante se tutte le componenti che ne permettono l’operatività sono complementari fra di loro e apportano il loro contributo secondo le proprie specificità e capacità in ogni situazione; nella Protezione Civile, strutturata com’è ora, ognuno è più o meno importante, ma una sola componente è essenziale e indispensabile: il VOLONTARIATO.
Sui nodi enunciati auspichiamo al più presto una discussione che coinvolga tutte le componenti della Protezione Civile della nostra Regione. Restando in attesa di una risposta, che auspichiamo sia celere ed esaustiva, porgiamo i nostri più distinti ed affettuosi saluti.
Un gruppo di volontari di protezione civile del Raggruppamento C.P.GEV Bologna
Bologna – 26/02/2010